L’adolescenza, prima o poi, arriva…

L’adolescenza è un’età che può portare grandi sofferenze e sconvolgimenti, tanto nell’adolescente stesso, quanto nella sua famiglia.

Eppure proprio l’adolescente può essere una grande risorsa per tutta la famiglia, purché questa riesca a dare una lettura costruttiva dei suoi atteggiamenti bizzarri: di sfida e ribellione, di disagio scolastico, di estrema timidezza o perfino di autolesionismo (tagli e buchi nel corpo, assunzione di alcool o sostanze), di disturbi alimentari, comportamenti socialmente non approvabili.

Anche quando si arriva a comprendere i messaggi dell’adolescente, non è per nulla semplice accettare la lettura della realtà che offre, perché è comunque di opposizione allo status quo. Eppure sono proprio loro – i figli smart-phone dipendenti, che sembrano non vedere nulla di quel che succede loro intorno – a farsi le prime domande su che tipo di relazione di coppia vi sia per esempio fra i genitori, se ci siano forti lealtà o relazioni di sudditanza fra i genitori e i nonni, se i genitori siano adulti forti che si sanno imporre o meno con la generazione che li precede e quella che li segue, ecc. L’adolescente provoca anche perché naviga in mare aperto ed è affannosamente alla ricerca di punti fermi.

Gli adulti non sanno come affrontare questa difficile età: pure loro, quando furono adolescenti, molto probabilmente non vennero compresi, né compresero a loro volta il mondo che veniva loro proposto e imposto.

D’altra parte l’adolescente mette in discussione proprio il retaggio e le tradizioni che il mondo degli adulti gli ha lasciato in eredità, spesso inconsapevolmente, cosa che rende l’incontro dei punti di vista ancora più difficile.

 

Italo Calvino descrive molto efficacemente, come è nel suo stile, l’incomunicabilità fra questi due mondi:

La vera distanza tra due generazioni è data dagli elementi che esse hanno in comune e che obbligano alla ripetizione ciclica del­le stesse esperienze [non comprendersi a vicenda, avere punti di riferimento diversi ndr]… men­tre invece gli elementi di vera diversità tra noi e loro […] dipendono dalla eredità sto­rica che noi abbiamo trasmesso a loro, la vera eredità di cui siamo responsabili, anche se talora inconsape­voli. Per questo non abbiamo niente da insegnare: su ciò che più somiglia alla nostra esperienza non pos­siamo influire; in ciò che porta la nostra impronta non sappiamo riconoscerci”

Palomar, Einaudi, Torino, 1983, “Del prendersela con i giovani”

Per questi motivi un aiuto da parte di professionisti delle relazioni famigliari è spesso necessario e risolutivo.

 

Storie di vita reale

Alcuni genitori di figli adolescenti, durante l’intervallo di una partita di Volley Under 16 in cui giocano i figli, cominciano a sfogarsi tra loro, scoprendo così di non essere i soli a patire rabbia, impotenza, sofferenze, stranezze e momenti di vera disperazione.

 

GIUSEPPE E IL QUADERNO DI MATEMATICA A RIGHE

La madre di Giuseppe è inorridita: per matematica il figlio tredicenne usa un quadernone a righe, non c’è verso di fargli cambiare idea e in matematica non va per nulla bene.

Per fortuna per il nuovo professore appena arrivato questo atteggiamento negativo di Giuswppe verso la sua materia non costituisce affatto un problema… righe o quadretti possono davvero influire sull’apprendimento della logica e della matematica? Accetta Giuseppe com’è e consiglia ai genitori di chiamarsi fuori.

Alla fine dell’anno Giuseppe amerà la matematica e andrà bene a scuola. Ora frequenta con profitto il liceo scientifico.

…Incontrare un professore come quello di Giuseppe è estremamente raro. I genitori sarebbero mai riusciti a far piacere a Giuseppe quella materia che costituiva proprio il simbolo del suo urlare: “Come

diventerò adulto se non posso avere le mie preferenze e i miei gusti?!”

 

SARA SI FA VENIRE A PRENDERE A MILANO, MA INTANTO TORNA A TORINO

Sara ha quindici anni. Ha lasciato la scuola e si è trasferita dal fidanzato. Alle dieci di sera chiama i suoi genitori dalla stazione dei treni di Milano per chiedere di farsi venire a prendere: non ha i soldi per il biglietto del treno. I genitori vivono a Torino, per tutta la famiglia è un periodo molto triste e difficile, la coppia è scoppiata.

I due partono insieme, raggiungono la stazione di Milano indicata da Sara, ma non la trovano e lei non risponde al telefono. I genitori sono preoccupatissimi. Alla fine, dopo quasi due ore, risponde… è tornata a Torino grazie a un amico che le ha prestato i soldi per il viaggio, ma non ha potuto avvisarli perché il cellulare si era scaricato.

Dopo alcuni mesi la coppia si separerà, per iniziativa della madre.

…Sara gradualmente tornerà a casa, dalla madre (verso la quale prima era molto critica e sfidante: “sei grassa”, “non sai importi”, “non ti curi”, ecc.). Riprenderà a studiare e si diplomerà, ormai ventenne, alla scuola che aveva abbandonato a quindici anni. Successivamente si iscriverà all’università.

Sara faceva impazzire i genitori perché la coppia si era completamente disorientata e vedeva molto più i propri problemi e le proprie contese dei bisogni dei figli, per es. di avere dei genitori che se stanno insieme è per stare bene ed essere realmente presenti, altrimenti si separino pure.

 

MARCO E SUO PADRE PARLANO SOLTANTO TRAMITE UN GRUPPO WATSAPP

Il papà di Marco ha lanciato il cellulare del figlio quattordicenne per terra e con un calcio lo ha spedito nella stanza di fianco. La madre ha creato un gruppo watsapp per loro tre, in modo da far comunicare almeno così padre e figlio, perché a parole non c’era più verso. Una settimana, la madre andrà in trasferta per lavoro e Marco e suo padre si parleranno normalmente, ma soltanto fino al rientro della madre, poi Marco tornerà a non rivolgergli più la parola. Il marito accusa la madre di mettersi tra lui e il figlio, la coppia attraverserà un periodo difficile…

In realtà Marco aveva avuto una brutta delusione d’amore e desiderava rivedere in azione una donna per lui molto importante, che gli svilisse l’immagine della sua ex ragazza, per dimenticarla con minore sofferenza.

Alcune problematiche si affrontano più efficacemente con un percorso individuale, di coppia o famigliare. Altre volte è più efficace un percorso di gruppo.

Federico Baldi